Barga città d’arte: eventi o percorsi? Quale idea di cultura per il nostro comune?

Barga città d’arte: eventi o percorsi? Quale idea di cultura per il nostro comune?


Barga città d’arte. Guttuso e Ligabue, ma non solo. Decine e di qualità le mostre dell’estate 2024“: questo il titolo di un articolo uscito recentemente sul Giornale di Barga a proposito del “programma fittissimo di mostre, alcune delle quali di grande richiamo nazionale e internazionale” in calendario per l’estate barghigiana.

Sappiamo per esperienza che nei titoli dei giornali, cartacei oppure online, spesso si ricorre a formule usate e a volte abusate: per la fretta con la quale ormai tutti lavoriamo nel campo dell’informazione o per far sentire a casa il lettore attirato da una espressione che già conosce. La locuzione “di qualità“, al pari di “eccellenze“, è una di queste formule. Eppure, sarebbe il caso di soffermarsi sul suo significato e, partendo da esso, sviluppare alcune riflessioni in proposito.

Nel linguaggio comune, quando si dice “di qualità” si sottintende spesso un valore positivo; viene cioè usato come sinonimo di pregiato. Ed è uno dei suoi significati possibili, come testimoniato dal vocabolario on line Treccani. Sempre prendendo per buona la definizione del vocabolario Treccani, il primo significato nel quale ci imbattiamo è però un altro:proprietà che caratterizza una persona, un animale o qualsiasi altro essere, una cosa, un oggetto o una situazione, o un loro insieme organico, come specifico modo di essere, soprattutto in relazione a particolari aspetti e condizioni, attività, funzioni e utilizzazioni“. Ed è proprio su questo tema che vorremmo ragionare:soprattutto in relazione a particolari aspetti e condizioni, attività, funzioni e utilizzazioni” e non soltanto a proposito delle mostre d’arte, ma dell’idea di cultura a Barga da un punto di vista più generale.

Ripartiamo dall’articolo del Giornale di Barga citato all’inizio e da quella che al momento sembra essere la mostra piùdi grande richiamo nazionale e internazionale” a Barga: “Dalla realtà al realismo: Renato Guttuso e Antonio Ligabue“, promossa dal Comune di Barga con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il patrocinio del Consiglio regionale della Toscana e della Provincia di Lucca.

Il servizio di organizzazione e gestione della mostra è stato affidato alla Galleria De Bonis S.r.L., con sede legale a Napoli, per un corrispettivo di 55.000 euro: 43.000 provenienti da un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, 1.000 da un contributo da privati già incassato e 11.000 messi a disposizione dal comune di Barga e registrati come “Spese attività turismo imposta di soggiorno”, finanziati cioè con le entrate dell’imposta di soggiorno. Un investimento non da poco per un comune come il nostro che si augura, evidentemente, di avere un ritorno altrettanto ingente in termini turistici, vista la natura e la provenienza del contributo erogato alla Galleria De Bonis.

Uscendo dall’ambito turistico ed entrando in quello più specificatamente culturale e barghigiano in particolare, viene da pensare al destino dei nostri quattro grandi maestri del secolo scorso: Balduini, Cordati, Magri e Vittorini. Al momento, la valorizzazione della loro opera (pensiamo a Cordati e Vittorini in particolare) è affidata soprattutto alla buona volontà di privati cittadini, eredi o appassionati, e all’impegno di associazioni benemerite come la Fondazione Ricci che si occupano di mantenere viva e diffondere la conoscenza dei nostri artisti più significativi. Se non andiamo errati, l’ultimo grande impegno dell’amministrazione in questo senso risale al 1980, con la retrospettiva a loro dedicata e organizzata dalla Commissione Barga Castello nominata dall’allora sindaco Alessandro Adami. Perché è bene ricordare che c’è stato un tempo in cui a Barga le commissioni erano vive e ascoltate.

Chiusa la parentesi e riprendendo in mano l’articolo del Giornale di Barga, si apprende che durante l’estate si possono comunque visitarealtre mostre barghigiane“, grazie appunto all’impegno della già citata Fondazione Ricci, della Fondazione Pascoli e di artisti barghigiani di nascita o d’adozione: Riccardo Bertoni, Tommaso Giannini, Sandra Rigali, Keane, Swietlan Kraczyna ed altri ancora. Fortunatamente, verrebbe da dire.

Perché è chiaro che le due cose non si escludono, ma la domanda forse anche provocatoria è: quanto pensiamo sia giusto investire su grandi eventi per richiamare turisti e quanto invece sarebbe più opportuno costruire insieme percorsi condivisi per valorizzare l’arte barghigiana del passato o del presente? Nessuno di noi crede di avere in tasca la verità ed entrambe le opzioni hanno un suo diritto di essere: la scelta è politica nel senso letterale, cioè che riguarda la polis in prima persona.

Altra mostra in esposizione a luglio sull’arringo del Duomo è quella denominata “Pietra Eterna”: “una collaborazione unica tra artisti, ingegneri e le avanzate tecnologie di Garfagnana Innovazione“, la definisce sempre il Giornale di Barga. In pratica, sono stati asportati blocchi di marmo pregiato dalle montagne della Garfagnana, questi blocchi sono stati lavorati da un robot e da un artista, e alla fine le opere sono state esposte nel comune di Minucciano e, appunto, a fianco del duomo di Barga.

Anche in questo caso, per riprendere la definizione di qualità “soprattutto in relazione a particolari aspetti e condizioni, attività, funzioni e utilizzazioni“, gli spunti alla riflessione non mancano: dalla questione dell’utilizzo delle risorse ambientali, al significato dell’arte nell’era dei computer e dell’intelligenza artificiale; dalle domande legittime sulla portata dell’eredità di certi eventi sul nostro territorio, ai possibili legami fra l’identità storica e culturale di Barga e una mostra di questo tipo.

Così come altri spunti di riflessione, per chi li ha voluti cogliere, si sono manifestati anche a margine dello splendido concerto dedicato a Vivaldi tenuto dall’orchestra barocca Auser Musici e dal contralto Francesca Ascioti giovedì 4 luglio nel chiostro del conservatorio Santa Elisabetta.

Nella sua introduzione alla serata, il flautista e direttore Carlo Ipata si è rallegrato di poter tornare a suonare Barga, da lui stesso definito luogo di riferimento per la musica antica in passato, alludendo evidentemente alla sua esperienza con Opera Barga, altro percorso bruscamente interrotto dopo oltre cinquant’anni di storia sul e del nostro territorio. La sindaca Caterina Campani, nei suoi saluti dopo il concerto, si è augurata invece che la serata del 4 luglio possa essere un primo germoglio di collaborazione, glissando abilmente sul riferimento a Opera Barga abbastanza esplicito nella parole di Ipata. Dopotutto, la collaborazione fra lo storico festival pensato e creato dalla famiglia Hunt nel 1967 e il comune di Barga si è interrotta proprio nella precedente amministrazione da lei presieduta. E allora come nella attuale amministrazione, la sindaca ha sempre deciso di occuparsi in prima persona della cultura senza nominare un assessore specifico o delegare un consigliere comunale.

Sia come sia, ci auguriamo davvero che il successo della serata al conservatorio abbia suscitato anche in chi ha vinto le scorse elezioni una riflessione sulla propria politica culturale e orientarsi maggiormente in direzione di percorsi duraturi e identitari, magari a scapito degli eventi sporadici: in estrema sintesi, è il tema dell’intervento che avete appena finito di leggere ed è quello che abbiamo proposto nel nostro programma elettorale.


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